Linea guida per la stesura di una relazione

Questo è un articolo guida che spiega step by step come redigere una relazione di un esperimento scientifico.
Le indicazioni che seguono non sono dogmatiche, ovvero che vanno prese come verità assolute, ma sono conoscenze personali accumulate negli anni dopo la stesura di molteplici relazioni.
L’obiettivo di una relazione deve è fornire al lettore il risultato finale del nostro esperimento con relativi commenti oggettivi.
I punti chiave per scrivere una buona relazione sono:

  1. Chiarezza del testo:
    1. Il testo non deve presentare errori grammaticali, logici e di sintassi. Si deve utilizzare un carattere semplice e una dimensione del testo né troppo piccola né troppo grande, si consiglia tra il 10-12 pt.
  2. Non utilizzare i colori:
    1.  I colori non sono ammessi, la relazione è un documento scientifico non un diario! Sono ammessi l’utilizzo del grassetto, del corsivo e del sottolineato.
  3.  Tipo di linguaggio:
    1.  Ricordatevi, com’è stato detto al punto 2.A., che questa è una relazione scientifica. Utilizzate, dunque, un linguaggio scientifico e tecnico. Evitate di utilizzare abbreviazioni inutili.
  4.  Non abbondare con le pagine:
    1. Una buona relazione è chiara, coincisa e coerente con l’esperimento svolto. Relazioni di 25-30 pagine non indicano che abbiate svolto un buon lavoro.
  5. Utilizzare i riferimenti:
    1.  Il lettore non può tirare a indovinare dove sono riportati i grafici, le tabelle e le formule che citate. Ognuno di essi deve essere identificato con una lettera, nome o numero e richiamato ogni volta che viene utilizzato. Importante è non dimenticare i numeri delle pagine.

Dopo questa piccolo prologo, passiamo a vedere qual è la struttura della relazione:

  1. Inserire sempre il nome e il cognome dello sperimentatore o del gruppo di ricercatori che partecipano all’esperimento;
  2.  Indicare sempre l’argomento della relazione;
  3. Scrivere un abstract;
  4. Elencare gli strumenti di misura e gli strumenti dell’apparato sperimentale;
  5. Descrizione dell’apparato sperimentale con relativa figura;
  6. Descrivere com’è stata eseguita la presa dei dati;
  7. Spiegare l’elaborazione dati;
  8.  Conclusioni finali con le stime delle grandezze fisiche obiettivo dell’esperimento.

Analizziamo step by step i sopra riportati:

  1.  Identificazione:
    La relazione deve essere nominativa, altrimenti qualcuno potrebbe prendersi il merito del vostro lavoro. Il nome può essere inserito sia all’inizio sia alla fine della relazione, la scelta è del tutto soggettiva.
  2. Argomento della relazione:
    L’argomento della relazione è il titolo, ovvero indica il fenomeno soggetto dell’esperimento. Esempio: Studio del moto del volano.
  3. Abstract:
    È un riassunto di 3-4 righe che descrive gli obiettivi dell’esperimento. Esempio: Dallo studio del moto del volano si determinano il momento d’inerzia I0 e il momento delle forze esterne M0 . Stimare i  coefficiente d’attrito viscoso k  e la costante di tempo τ , ovvero i parametri cinematici del moto in presenza d’attrito viscoso.
  4. Strumenti di misura e apparato sperimentale:
    Gli strumenti di misura sono quegli strumenti adoperati dallo sperimentatore per misurare le grandezze che partecipano allo svolgimento del fenomeno studiato. Vanno riportate accanto ad ogni strumento le sue caratteristiche ovvero la portata e la risoluzione. L’apparato sperimentale è quell’insieme di strumenti e materiali che consento di riprodurre il fenomeno in laboratorio.
  5. Disegno dell’apparato sperimentale:
    La descrizione dell’apparato sperimentale serve a spiegare il funzionamento del medesimo e non il suo aspetto esteriore o altro. Il disegno serve a spiegare come l’apparato si costruisce. Per tali disegni utilizzare dei software appositi.
  6. Descrizioni della presa dati:
    Questa sezione può anche chiamarsi “Procedimento Sperimentale”, ovvero, il procedimento che lo sperimentatore esegue per raccogliere i dati durante lo svolgimento dell’esperienza. Bisogna specificare quali strumenti sono stati adoperati per ricavare le misure di determinate grandezze fisiche.
  7. Elaborazione dati:
    Si descrive steb by step il procedimento eseguito per determinare la miglior stima della grandezza interessata e la sua incertezza. Si aggiungono, inoltre, i valori dei dati ottenuti e i grafici. Per far ciò basta seguire alcuni piccoli accorgimenti che seguono:
    1. Grandezza fisica:
      1. Riportare le formule generali utilizzate per la determinazione della miglior stima;
      2. Dare la stima finale con le giuste cifre significative;
      3. Utilizzare le giuste unità di misura;
      4.  Definire i simboli utilizzati.
    2. Stima delle incertezze:
      1.  Motivare in modo appropriato le stime delle incertezze;
      2.  Riportare le formule generali utilizzate per la propagazione delle incertezze;
      3.  Dare la stima finale con le giuste cifre significative;
      4.  Utilizzare le giuste unità di misura;
      5.  Definire i simboli utilizzati
    3. Tabelle:
      1. Riportare la didascalia delle tabelle;
      2. Indicare le grandezze fisiche riportate, con relative unità di misura;
      3. Se i dati sono numerosi (sopra i 20-30 dati, rifermento non dogmatico) riportare le tabelle nell’appendice della relazione;
      4. Se le tabelle sono molte allegare alla relazione un file compresso con solo le tabelle dei dati;
      5. Richiamare nella sezione “Descrizione della presa dati” dove avete tabulato i dati ottenuti.
    4. Grafici:
      1. Riportare la didascalia;
      2. Riportare sugli assi le grandezze fisiche con le unità di misura;
      3. Graficare le barre d’incertezze;
      4. I punti non devono essere uniti da linee spezzate;
      5. La scala graduata degli assi deve essere scelta in modo opportuno;
      6. Riportare la curva che meglio approssima i dati sperimentali;
      7. Richiamare nella sezione “Elaborazione dati” quali dati sono stati graficati.
  8.  Conclusioni:
    Questa è la sezione più importante della relazione. Dovete indicare il risultato dell’esperimento, ovvero la miglior stima della vostra misura con la sua incertezza. (NB: fornire un stima di una grandezza fisica senza un incertezza è uno degli errori più gravi che uno sperimentatore o ricercatore possa fare). Si confrontano i valori sperimentali con i valori teorici, con dei test d’affidabilità. Segue infine un commento oggettivo e distaccato dello sperimentatore su i risultati ottenuti.

Arrivati a questo punto la relazione dell’esperimento è completa.

Prima di pubblicarla o inviarla a chi di dovere è consigliabile eseguire un self check (auto controllo) cosi da poter correggere piccoli errori ed imperfezioni.

 

 

Akira

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4 Risposte a “Linea guida per la stesura di una relazione”

  1. Interessante, ma bisognerebbe adottare uno schema semplificato per le attività di laboratorio svolte negli istituti di primo e secondo grado.

  2. Finalmente qualcuno che pensa anche all’ossatura di base per un lavoro scientifico che deve essere effettuato rispettando le regole che in questo articolo sono chiare e complete. Grazie Akira

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