Considerazioni sul dormiveglia dei dispositivi elettronici

E’ fuori ogni ombra di dubbio che la società attuale sia sempre più dipendente dalla tecnologia per lo svolgimento delle attività quotidiane e professionali, basti pensare al diffusissimo smartphone utilizzato per comunicare e navigare in ogni modalità; oppure alla presenza di dispositivi interconnessi in quasi ogni ambiente domestico; e tutte le professioni ormai tecnologicamente avanzate.

Pertanto sarà ovvia la considerazione che la fonte di energia sia il denominatore comune di ogni tecnologia e sia fondamentale perchè quest’ultima sia attiva per soddisfare le esigenze di ogni attvità. Si può pensare alle comunicazioni e quindi all’energia necessaria per alimentare i server sparsi nel mondo che gestiscono la miriade di informazioni presenti costantemente nel web, si può pensare ai trasporti e quindi all’energia necessaria per rendere fattibile il trasporto siu rotaia e/o i sistemi di alimentazione per la fornitura di carburanti, si può pensare alla quotidianeità immaginando la disponibilità di acqua corrente grazie all’alimentazione dei sistemi di pompaggio e depurazione delle acque, e si potrebbe pensare all’industria ..alle professioni.. e altro ancora.

Volendo fare un’analogia con l’acqua, come quando si vuole spiegare il funzionamento dei circuiti elettrici,si potrebbe immaginare come l’energia elettrica sia importante come l’acqua per le attvità umane. Senz’altro l’acqua è un elemento naturale e vitale pertanto l’analogia è meramente da esempio,ma non da sottovalutare l’importanza dell’energia elettrica, che seppur non naturale  come l’acqua, è un elemeto che influisce nella nostra quotidianità e nell’ambiente in cui viviamo, pertanto è altresì importante utilizzarla correttamente .

Inoltre in questo periodo, dove si è portati ad affrontare situazioni globali importanti .. 😕 .., la necessità e la dipendenza energetica sonomolto discusse, oltre il rapporto con l’ambiente e la sua tutela , questo fa si che si stia sviluppando sempre più la necessità di produrre energia green. Su questo aspetto riterrei non ultimo, anzi prioritario considerare l’argomento del risparmio energetico, che si traduce poi in un comportamento green .. 😉

Proprio considerando l’aspetto del risparmio energetico,  è nata l’idea  di rispolverare il famigerato argomento dello stand-by dei dispositivi elettrici . Quella particolare condizione di dormiveglia di ogni dispositivo elettrico, palesato dal famoso puntino luminoso , che sta li innocuo ma svolge la funzione di renderci comoda la sua gestione da un comodo telecomando, piuttosto che da un comando vocale o altra interfaccia.

Un argomento che a suo tempo è stato di interesse dell’Unione Europea nel 2005 e nel 2009 che emanò una direttiva 32/2005 EuP (Energy using Products) e successive, per rendere la funzione di stand-by rispettosa dell’ambiente, per la riduzione di emissioni di gas serra, un aumento del risparmio energetico, ed energia generata da fonti rinnovabili; suggerendo poi nello specifico indicazioni limiti di consumo per i vari dispositivi nella condizione di stand-by. L’interesse di un Ente normatore, fa pensare che in effetti questo stato dei dispositivi elettrici non sia poi tanto da sottovalutare.

 💡 ..Così incuriosito ho voluto provare a quantificarlo, prendendo come campione alcuni dispositivi che utilizzo quotidianamente misurandone il loro consumo nello stato di dormiveglia elettrico .. 😉

Verifica dello stato di dormiveglia dei dispositivi..

Una premessa importante per la sicurezza : la misura che andrò a realizzare vedrà l’utilizzo di uno strumento inserito in serie al circuito di alimentazione del dispositivo sotto misura, per poter apprezzare il valore di corrente assorbita. I dispostivi sono alimentati dalla tensione di rete di 230 V 50 Hz, quindi il primo rischio da valutare è il pericolo da elettrocuzione , pertanto se non si è  esperti e sicuri, sconsiglio di realizzare queste misure con il circuito utilizzato.

Il circuito di misura, in teoria

La misura dell’assorbimento di un dispositivo, si realizza inserendo in serie al suo circuito di alimentazione un amperometro (A),di portata adeguata e per la grandezza sotto misura, misurando così il passaggio di corrente elettrica nel circuito. Lo schema di semplice realizzazione è quello seguente,

dove a sinistra il simbolo del generatore elettrico (la nostra presa di rete elettrica), a destra il simbolo della lampada (il  dispositivo sottomisura) ed in alto al centro l’amperometro (il   multimetro in portata mA).

Nel caso specifico, per praticità ho realizzato una piccola prolunga , dove ho inserito in serie al conduttore di fase, i puntali del mio multimetro in portata mA, avendo cura di serrare bene nei morsetti i puntali di misura:

a questo punto, non manca che prendere i primi dispositivi da verificare, e sono proprio tre caricabatterie smartphone di utilizzo quotidiano,

ora inserendo la spina della prolunga in una presa di rete, per verificare l’assorbimento dei dispositivi in stand by, ovvero senza alcun smartphone collegato, inserirò uno alla volta i caricabatterie e verificho/annoto l’assorbimento, ..

il primo è un generico caricabatteria con caratteristiche 1 A 5 V, assorbe una corrente di 1,15 mA, da notare che il multimetro è su la portata mA e non Ampere, per meglio apprezzare la misura,

il secondo caricabatterie generico, ma di caratteristiche di 3,15 A 5 V, quindi più potente del primo, infatti assorbe una corrente pari a 2,57 mA,

il terzo è un modello della Huawei con 1 A 5V, che assorbe una corrente di 0,62 mA, meno del primo generico di pari caratteristiche ; evidentemente la circuitazione di questo costruttore ha avuto un interesse maggiore sull’aspetto di autoconsumo

Ora, dopo queste misure, verrebbe da dire “per così poco ti sei scomodato anche a fare le misure !” 😯 , può esser vero, ma è pur vero che s eproviamo ad immaginare questi dispositivi inseriti nella presa di alimentazione fissi, ovvero 24/24 h, dovremmo considerare il loro consumo energetico complessivo espresso in Wattora (Wh) nelle 24 h, dato dal prodotto, della tensione di rete di 230 V e della corrente assorbita in Ampere, per ogni dispositivo in un’ora si ottiene un consumo pari a :

caso 1: 1,15 mA = 0,00115 A x 230 V = 0,2645 Wh

caso 2: 2,57 mA = 0,00257 A x 230 V = 0,5911Wh

caso 3: 0,62 mA = 0,00062 A x 230 V = 0,14 Wh

che considerato nelle 24 h di una giornata diventa:

caso 1: 0,2645 Wh x 24 = 6,438 Wh

caso 2: 0,5911Wh x 24 = 14,18 Wh

caso 3: 0,14 Wh x 24 =  3,36 Wh

vien da se che l’ordine di potenze nell’arco di una giornata può sembrare irrisorio .. 😕 , in realtà non lo è, se consideriamo un periodo più lungo, ad esempio bimestrale  (fatturazione del gestore di energia elettrica); se poi  si pensa che di dispositivi in stand-by in una casa non ce ne è uno solo, ma diversi, i Wh considerati aumentano, poiché si andranno a sommare quelli di tutti i dispositivi.

Proprio perchè abbiamo diversi dispositivi in casa che sono nello stato di dormiveglia, ho voluto verificare qualche altro dispositivo, iniziando con la misura dell’assorbimento di una lampada ricaricabile che utilizzo sulla mia scrivania, e con lampada spenta, ho inserito la sua spina nella presa della prolunga di misura rilevano un assorbimento pari a 13,23 mA. In questo caso il consumo energetico visto precedentemente diventa:

lampada = 0,01323 A x 230 V = 3,0429 Wh x 24 h = 73,0296 Wh un consumo energetico non da sottovalutare,

Successivamente ho misurato l’assorbimento di un  tvc telefunken da 29 “, misurando un assorbimento in stand-by pari a 26, 11 mA, e saliamo di assorbimento, pertanto sale anche il consumo energetico che diventa :

tv telefunken: 0,02611 x 230 V = 6,0053 Wh x 24h = 144 Wh

il televisore si rileva più energivoro della lampada; proseguo nel misurare l’assorbimento dell’alimentatore del mio router wifi netgear, (comunicazione-sistemi di allarme e videosorveglianza)  rilevo un assorbimento pari a 26,00 mA, pari a quello precedentemente visto del tvc, quindi circa 140 Wh in 24 h, altro consumo energetico da non sottovalutare.

poi passo a verificsare l’assorbimento in stand-by  dell’alimentatore del mio notebook Lenovo,  rilevando un assorbimento di 26,61 mA, ovvero: 0.02661 A x 230 V = 6,1203 Wh x 24h = 146,88 Wh altro consumo energetico rilevante.

Fin qui si direbbe, che l’interesse dell’Unione Europea nel 2005, non sia stato poi tanto a caso, se considero solo questi elementi  nel loro stato di dormiveglia, ovvero in stand by il consumo energetico complessivo non è poi tanto da sottovalutare sia in termini energetici che di costi.

Ma in un’abitazione non sono presenti solo dispositivi di telecomunicazione, ma anche i classici elettrodomestici, che offrono comodità di gestione intelligente a iosa, e così ho voluto verificare l’assorbimente di un classico elettrodomestico : la mia lavatrice .. 😎  e vediamo un po’..

eh già .. 😯  .. 67,5 mA !! questa misura  mi ha spiazzato, lavatrice : 0,0675 A x 230 V = 15,25 Wh x 24 h = 372,6 Wh ..mi vien da dire “ un consumo energetico inutile per l’utente e per l’ambiente”.. e direi che dopo questa misura dovrò prendere provvedimenti 😉

Conclusioni..

L’idea di queste verifiche o misure, è quella di stimolare l’attenzione su una “comodità che la tecnologia offre, ma non a costo zero”, sia per l’utente finale che per l’ambiente, pertanto credo sia il caso di valutare correttamente l’utilizzo di alcuni dispositivi, e ancor prima la scelta nell’acquisto di dispositivi meno energivori.

Lo stato di dormiveglia dei dispositivi elettronici, se considerato nel suo complesso presso un’unità abitativa, influisce non indifferentemente nei costi di gestione energetica (semplicemente quantificabile), ma altresì va considerato anche in termini impiantistici, per non avere sorprese di interventi dei dispositivi di protezione differenziale apparentemente ingiustificati, meno se si considerano i piccoli alimentatori costantemente inseriti sulle prese di rete, con i rispettivi circuiti di filtro EMI.


L’autore non si assume alcuna responsabilità per qualunque uso che potrebbe essere fatto delle informazioni contenute nel testo sopra scritto.

 

 

 

 

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