Henry Cavendish

Senza rendercene conto alcune terminologie, come il volt per la tensione elettrica, l’ampere per l’intensità di corrente elettrica, il watt per la potenza elettrica e l’ ohm per la resistenza elettrica sono entrate a far parte dei vocaboli comuni senza considerare che da un lato risalgono da nomi di illustri scienziati dell’epoca e dall’altro descrivono uno degli enti fisici meglio misurabili quali l’elettricità.
E proprio l’aspetto misurabile di alcune grandezze fisiche elettriche non è poi tanto scontato, se si pensa di come potessero secoli addietro gli scienziati essere impegnati a osservare e descrivere dei fenomeni senza riuscire a determinare grandezze, formule e misurare o quantificare dei fenomeni fisici interessati a quella che fu una scienza solo descrittiva : l’elettricità.

I primi tentativi di misurare le grandezze fisiche elettriche, vennero realizzati da uno scienziato inglese : Henry Cavendish (Nizza, 10 ottobre 1731 – Londra, 24 febbraio 1810)  nobile e ricco ma con un particolare carattere riservato, che contribuiva a rendere la sua opera scientifica meno visibile proprio in virtù della sua scelta di ridurre al minimo i contatti con il prossimo, mettendo di fatto in ombra le sue scoperte scientifiche.

 

Henry Cavendish Portrait

Fu solo dopo la sua morte, che grazie ad un grande scienziato James Clerk Maxwell vennero pubblicate le ricerche nel campo dell’elettricità di Cavendish, dopo il ritrovamento di documenti nell’archivio di famiglia, dai quali si apprese che egli aveva anticipato i risultati che ottennero Coulomb , Faraday  ed altri.

La riservatezza del Cavendish lo portò a non condividere le sue scoperte ed i suoi studi, dei quali si scoprì che era interessato allo studio dei condensatori al punto che realizzò un condensatore piano  perché meno ingombrante delle allora bottiglie di Leyda . Studiò e misurò quella che poi divenne ed è tutt’oggi la capacità  dei condensatori elettrici, e cioè la quantità di elettricità che un condensatore può contenere che egli definì “pollice di elettricità”.

Cavendish trovò che la capacità era funzione della superficie delle armature e dell’isolante, o meglio la sostanza interposta fra le stesse armature, vetro o aria che fosse; egli aveva quindi tentato di misurare quella che oggi è nota come costante dielettrica del mezzo ed introdusse il concetto di “grado di elettricità” ad oggi meglio noto con il nome di differenza di potenziale o tensione elettrica. Andò così in seguito ad approfondire le capacità dei materiali di condurre o meno elettricità.
In una sua memoria, Cavendish scriveva della conduzione elettrica differente fra il ferro e l’acqua piovana, meglio indicava che in un filo di ferro della lunghezza di 400 000 000 di pollici l’elettricità trovava meno resistenza piuttosto che nell’attraversare una colonna dello stesso diametro ma lunga un solo pollice, e che una soluzione di sale in 30 parti di acqua conduce cento volte di più mentre una soluzione satura di sale conduce settecentoventi volte di più dell’acqua piovana….

Una memoria che rimase senza seguito, se non un secolo dopo, nel 1879; si trovò che pur non essendoci strumenti o mezzi di misura, le cifre stimate da Cavendish furono sorprendentemente esatte; non c’erano strumenti di misura elettrici nel settecento pertanto l’unico metodo di misura che potesse adottare Cavendish era quello di provare l’intensità di una scarica trasmessa da quei materiali sulla propria persona, e questo per tutta la serie di esperimenti che conduceva nel proprio laboratorio ed in maniera solitaria.

Cavendish, non fu solamente dedito allo studio della fisica dei fenomeni elettrici nei materiali; ma si applicò anche allo studio della chimica dei materiali. Trovò che l’acqua non era un elemento semplice come si pensava, ma un composto; scoprì l’idrogeno che egli chiamava “aria infiammabile”.
Si dedicò anche allo studio dell’astronomia con una serie di esperimenti per determinare il peso del nostro pianeta, avvicinandosi di molto alle cifre oggi note. Indicò la densità media della Terra con la cifra 5,48. Esperimento Schiehallion  .

Arrivò a questa conclusione attraverso uno strumento noto come bilancia di torsione  misurando l’attrazione reciproca di due sfere di piombo per risalire poi da queste misure al peso del nostro pianeta; l’esperimento partiva dalla legge di gravitazione universale  formulata da Newton  “due corpi comunque si attraggono con una vicendevole forza, che dipende dalla loro massa e dalla loro distanza”

In seguito lo scienziato intui che una legge simile poteva essere applicata all’elettricità, ovvero che le cariche elettriche si attraggono, o respingono se di segno uguale, con una forza proporzionale al prodotto delle cariche stesse ed inversamente proporzionale al quadrato delle loro distanze. Altra verità nel campo dell’elettricità che lasciò senza seguito.

Henry Cavendish, un grande scienziato al quanto riservato. Nonostante le sue ricchezze conduceva una vita molto riservata, con una cura nell’evitare ogni contatto con gli uomini, vestiva con la moda del secolo precedente e con indumenti logori del tempo. Si dice che i suoi servi erano tenuti a non farsi vedere da lui, ricevano ordini scritti su di un foglio sopra il tavolo del vestibolo e dallo stesso andavano a ritirare il cibo, pena il loro licenziamento ; e lo stesso per i suoi congiunti. Concedeva pochi minuti l’anno al fratello, che lasciò erede di tutti i suoi averi.
Sapere dell’esistenza di questo scienziato, mi ha stupito per la sua non notorietà fra i grandi scienziati noti che hanno interessato le scoperte dell’elettricità, penso ad Alessandro Volta, Charles Augustin de Coulomb, ad André-Marie Ampère e molti altri ancora; perché pur essendo state determinanti le sue scoperte, il suo nome ha mantenuto la riservatezza che egli stesso pretendeva ed applicava alla sua stessa esistenza di uomo e scienziato, che ha saputo stupire con i suoi metodi (a me non noti) di rilevamento delle grandezze fisiche oggetto dei suoi studi.

Un grande scienziato,non riportato nei testi scolastici e pertanto poco noto fra gli studenti, almeno per me lo è stato fino a qualche tempo fa, ma che da oggi annovero vicino ai grandi dell’elettricità e per il quale il minimo che potessi fare è scriverne una breve esposizione, e quale miglior luogo se non un sito di laboratorio scolastico, dove la Chimica e la Fisica sono di casa come lo sono anche le misure delle grandezze fisiche e chimiche .

Riferimenti.

Wikipedia.L’enciclopedia libera e collaborativa

-Uomini dell’elettricità. Ediz.ERI 1967

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