Questa volta provo a presentare un simpaticissimo e tanto semplice quanto utile ed interessante circuito.
Simpatico perché le sue ridotte dimensioni ne fanno un utilizzo molto pratico, e per il suo nome : ladro di Joule …
Il circuito in questione si realizza con lo schema seguente:
E qui si può già vedere l’utilità e risparmio di sopra menzionato, infatti come è noto in genere un diodo led perché si possa accendere andrà alimentato o polarizzato direttamente, con una tensione diretta Vf compresa fra 2V e 3,3V (in genere) e correttamente pilotato in corrente (If). Con questo circuitino si può far funzionare il nostro diodo led con una tensione di 1,5V prelevata da una classica batteria stilo o AA, interessante no ?
Per la realizzazione, ho utilizzato i famigerati “componenti del cassetto” ovvero quello che c’era, pertanto un BC549 come transistor NPN, un resistore da ¼ W di 1000 Ω, un diodo led rosso da 5 mm, e per il trasformatore un piccolo toro recuperato da chi sa quale alimentatore (se non ricordo male qualche ATX cannibalizzato …
In questa realizzazione il componente critico (che parolona) è il trasformatore, perché per la sua realizzazione richiede una certa attenzione. Innanzitutto occorre procurarsi un piccolo toro in ferrite, il diametro vedete cosa c’è disponibile, per il filo da utilizzare ho già suggerito quello del doppino telefonico, e se colorato meglio.
Il trasformatorino si realizza preparando i due conduttori bianco e rosso (nel mio caso) appaiati, per poi avvolgerli intorno al nucleo per un numero di spire da 6 a 10, nel mio caso ho completato l’avvolgimento del toro, immaginando un miglior accoppiamento induttivo dei due avvolgimenti ed avendo cura di identificare bene il principio e la fine di ogni avvolgimento (per il filo bianco e quello rosso) che poi dovranno essere collegati secondo lo schema indicato con il puntino rosso ai capi degli avvolgimenti del trasformatorino.
Detto questo non resta che realizzare il circuito, si saldano fra di loro i terminali dei pochissimi componenti seguendo le indicazioni dello schema, e poi si da tensione al circuito et voilà…. Vediamo il diodo led accenderesi …
Certo, la mia realizzazione non è il massimo del cablaggio, per non parlare del collegamento alla pila (ammetto vergongoso, ma al momento l’unico disponibile), però il risultato è quello voluto.. con.due miseri componenti di recupero, non è poco…
Fatta salva la realizzazione del trasformatorino che richiede attenzione nella realizzazione degli avvolgimenti, e del numero di spire che va verificato, il resto non è difficoltoso, ma il risultato è eccezionale, se si pensa che miniaturizzando il tutto si può sfruttare ad esempio per alimentare un diodo led con una pila bottone e quindi realizzare una mini torcia, oppure si potrebbe pensare di sfruttare il circuito con un pannellino solare per elevare la tensione ottenuta….oppure …beh vedete voi.
Sul bizzarro nome che gli è stato dato al circuito credo sia riferito al fatto che il circuitino rubi un po’ di energia (unità di misura Joule) dalla batteria, per il resto in rete immagino si trovino una miriade di info in proposito, ma non sarebbe male sfruttare l’idea come un’applicazione in laboratorio scolastico per un suo attento e dettagliato studio, chissà che non si possa realizzare un circuito equivalente per un’applicazione più interessante .
Buon studio e buon divertimento.