SOLUZIONE DISINFETTANTE

Premessa:

Attualmente, visto la grande preoccupazione che regna in molte zone colpite dal coronavirus, potrebbe essere utile poter realizzare una soluzione disinfettante d’emergenza. Come si è notato i costi di molte di queste sono aumentati in modo considerevole lucrando senza limiti per l’occasione. Si è quindi reso necessario e doveroso intraprendere delle attività laboratoriali che potessero essere utili per ovviare a questo problema, considerando soprattutto l’importanza dal punto di vista didattico.

L’idea è stata accolta anche dagli studenti di una scuola d’eccellenza di Nettuno (Rm), che hanno organizzato il tutto per far fronte all’emergenza. Armati di buona volontà, si è cercato, insieme a dei colleghi di scienze e di chimica, di trovare la composizione giusta ed economica per la realizzazione della soluzione disinfettante utile per l’igiene della cute e delle superfici. I prodotti da utilizzare dovevano essere quelli che normalmente sono presenti in una comune casa o di facile reperibilità. Si è quindi giunti a considerare quei prodotti che avessero nella loro formula sostanze fortemente ossidanti, come l’ipoclorito di sodio e l’acqua ossigenata o ad alto contenuto di etanolo. Per le prime si è convenuto di utilizzare la comune candeggina che ha una concentrazione di (NaClO), ipoclorito di sodio attorno al 5% e per le seconde alcool etilico puro al 96% per uso alimentare.

La concentrazione di ipoclorito di sodio che abbia una buona azione disinfettante, soprattutto per le superfici, deve essere di circa l’1% e lasciato agire dai 5 ai 15 minuti.

Per la disinfezione della cute, invece, l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), indica che le soluzioni disinfettanti devono avere un contenuto di etanolo non inferiore al 70% e presenza di acqua ossigenata per eliminare efficacemente le spore batteriche più resistenti. Il gel viene aggiunto solo per far permanere sulle mani la soluzione più tempo e quindi migliorandone l’azione.

ATTENZIONE:

La guida Oms resa pubblica non è riservata ai singoli ma a laboratori specializzati e farmacie. Molti i pericoli della produzione domestica per gli occhi e le vie respiratorie. L’Istituto Superiore di Sanità afferma che si devono evitare i disinfettanti “fai da te”, dopo la proliferazione di presunti consigli per ovviare a casa alla cronica carenza nei negozi dopo l’allarme coronavirus. Inoltre si sottolinea che tutti i prodotti che vantano in etichetta un’azione “disinfettante” sono autorizzati come Presidi Medico Chirurgici (PMC) sul territorio nazionale dal Ministero della Salute previa valutazione della loro efficacia e sicurezza da parte dell’Istituto Superiore di Sanità.

In considerazione di quanto riportato precedentemente, si sottolinea che tale esperienza, indicata in questo articolo, ha solo valore ai fini didattici e senza scopo di lucro ed è rivolto alle scuole secondarie di secondo grado ad indirizzo chimico, biologico e liceale che presentano nelle loro strutture laboratori scolastici attrezzati e sotto la supervisione di docenti specializzati.

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Cenni teorici sull’azione disinfettante dei composti utilizzati nell’esperienza:

L’ipoclorito di sodio (NaClO) appartiene alla categoria dei cloroderivati che presentano una notevole capacità ad uccidere batteri, funghi e virus.

L’ipoclorito di sodio in acqua forma idrossido di sodio (NaOH) e acido ipocloroso (HClO):
NaOCl + H2O → NaOH + HOCl

L’attività disinfettante è dovuta proprio a quest’ultimo composto che presenta un elevato potere ossidante che determina la denaturazione delle proteine dei microorganismi, alterandone fortemente la struttura e provocandone la morte.

Anche l’Etanolo o Alcool etilico (CH3CH2OH), essendo un solvente, quando viene a contatto con i microorganismi, modifica e altera la struttura chimica delle loro proteine e dei loro enzimi, impedendo a queste sostanze di svolgere le loro funzioni vitali. Il risultato è che l’etanolo, è in grado di uccidere buona parte di essi ma non è efficace contro le forme sporali più resistenti.

Per lo stesso motivo, l’acqua ossigenata (H2O2), per la sua facile capacità a liberare ossigeno quando è a contatto con la pelle, provoca denaturazione delle proteine dei microorganismi uccidendoli ed è efficace anche contro le forme sporali.

Considerando tutte queste informazioni, che hanno delle basi scientifiche (su internet se ne possono trovare altre che sono molto discutibili), passiamo alla parte tecnico-pratica.

Obiettivo A:

PREPARAZIONE DI UNA SOLUZIONE DISINFETTANTE PER LE SUPERFICI (100mL).

Materiale utilizzato:

  • Becher da 250mL;
  • Bacchetta di vetro;
  • Cilindro graduato da 100mL.

Sostanze utilizzate:

  • Candeggina al 5% di ipoclorito di sodio;
  • Acqua distillata

Valutazione rischi:

Per questa esperienza sono necessari tutti i DPI previsti dalla normativa vigente come l’uso del camice, occhiali di protezione e guanti. Le sostanze impiegate vanno utilizzate con cautela e possibilmente sotto cappa aspirante. Cliccando sul nominativo della sostanza si apre un pdf contenente la scheda di sicurezza: ipoclorito di sodio, acqua ossigenata 10vol, etanolo 96%.

Procedimento:

  • Versare 20mL di candeggina (al 5% di NaClO), in un becher da 250mL;

    dav
  • Aggiungere 80 mL di acqua distillata con un cilindro graduato da 100 mL;
  • Agitare con una bacchetta di vetro e versare il tutto in uno spruzzino.

Calcoli:

Se si ha a disposizione candeggina al 5% di ipoclorito di sodio, i volumi da utilizzare si ottengono applicando la seguente proporzione:

5g NaClO : 100mL candeggina = 1g NaClO : X mL di candeggina

X = 20 mL di candeggina da utilizzare in cui è contenuto 1 g di ipoclorito di sodio.

Ovviamente, non tutte le varechine commerciali hanno la stessa percentuale di ipoclorito e, in tal caso, basterà sostituire nella proporzione il valore di 5g NaClO con quello indicato dalla confezione.

Obiettivo B:

PREPARAZIONE DI UNA SOLUZIONE DISINFETTANTE A BASE DI ETANOLO PER LA CUTE (100mL).

Materiale utilizzato:

  • Pipetta da 5mL;
  • Bacchetta di vetro;
  • Cilindro graduato da 100mL.

Sostanze utilizzate:

  • Etanolo al 96° per uso alimentare;
  • Glicerina;
  • Acqua ossigenata al 3% (10 volumi);
  • Acqua distillata.

Valutazione rischi:

Vale quanto è indicato sopra.

Procedimento:

  • Versare 85mL di etanolo al 96% per uso alimentare in un cilindro graduato da 100mL;
  • Aggiungere 1,5mL di glicerina (30 gocce) nel cilindro contenente l’etanolo;
  • Nello stesso cilindro versare 4,2 mL di acqua ossigenata al 3%, utilizzando una pipetta da 5mL;
  • Portare a volume a 100mL aggiungendo acqua distillata;
  • Con una bacchetta di vetro mescolare per qualche minuto finchè la soluzione diventa omogenea.

 

Avvertenze

L’ipoclorito di sodio in soluzione al’1% è solo per uso esterno, pertanto, non deve assolutamente essere ingerito, poiché le conseguenze potrebbero essere estremamente gravi, se non fatali. Anche se l’ipoclorito di sodio per uso topico è solitamente ben tollerato dalla maggior parte delle persone, esso può comunque causare effetti collaterali in alcuni individui. I più comuni effetti indesiderati provocati dal prodotto in questione consistono in irritazione e bruciore cutanei. Da non dimenticare, inoltre, la possibilità di insorgenza di reazioni allergiche in soggetti sensibili. In diversi casi, tali reazioni si possono manifestare sotto forma di dermatiti allergiche da contatto.

 

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